La favola de’ tre gobbi, Venezia, Sola, 1782 (Li tre difettosi rivali in amore)

 PARTE PRIMA
 
 Camera con due porte.
 
 Madama VEZZOSA con un servitore
 
 MADAMA
 
    Ogn’alma ch’è amante
 l’amor no non condanna,
 sia fiera o sia tiranna,
 lo sa compatir.
 
5Per tutte le botteghe
 so che di me si parla;
 per le vie, per le piazze e per le case,
 in ogni angolo alfin della città
 non si fa che parlar di mia beltà.
10Io però non son pazza;
 non mi fo vagheggiar per ambizione;
 non cerco cicisbei belli e graziosi
 ma ricchi, di buon core e generosi.
 So che la gioventù passa e non dura,
15onde chi non procura
 per tempo stabilir la sua fortuna
 arriva alla vecchiezza
 ed allora può dirsi: «Addio bellezza». (Torna il servo e gli parla piano)
 Come? Chi è? Il marchese Parpagnacco,
20venga, venga, è padrone. (Parte il servo)
 Costui fa il signorone,
 benché nato villan, ma non importa.
 In oggi chi ha denaro in quantità
 porta nel suo taschin la nobiltà. (Vien il marchese Parpagnaco)
 PARPAGNACO
25Riverente m’inchino
 a quella bella grazia
 che di farmi languir non è mai sazia.
 MADAMA
 Io faccio riverenza
 a quei vezzosi rai
30che di farmi penar non cessan mai.
 PARPAGNACO
 Ah madama Vezzosa,
 siete molto graziosa!
 MADAMA
 Ah Parpagnaco mio,
 siete tutto bellezza e tutto brio!
 PARPAGNACO
35Non dico per lodarmi
 ma dacché son marchese
 faccio meravigliar tutto il paese.
 Quand’ero alla montagna,
 d’essere mi pareva un contadino,
40ora d’esser mi par un ballarino.
 MADAMA
 Certo che un uomo siete
 veramente ben fatto.
 V’è un certo non so che dietro la schiena;
 ma è una cosa da niente e non dà pena.
 PARPAGNACO
45Sì, vi dirò il perché, come ricolma
 di pesanti pensieri ho la mia mente,
 par che il dorso s’incurvi e non è niente.
 MADAMA
 Niente, niente, signor, lo dico anch’io.
 Anzi grazia gli dà quel monticello
50e poi chi ha del dinaro è sempre bello.
 PARPAGNACO
 Denar? Voi lo sapete,
 feudi, ville, campagne,
 palazzi, servitù, sedie e carozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie
55non mi mancano mai. Voi lo sapete,
 io possiedo un tesoro.
 MADAMA
 (Certamente ha costui la gobba d’oro).
 PARPAGNACO
 Una cosa mi manca.
 MADAMA
                                        E cosa è mai?
 Lei ha feudi e campagne,
60palazzi, servitù, sedie e carrozze,
 ori, argenti, diamanti e ricche spoglie.
 PARPAGNACO
 Mi manca... lo dirò... una bella moglie.
 MADAMA
 Ritrovarla conviene; una tal donna
 sarà ben fortunata.
65Se la trovi, signore.
 PARPAGNACO
                                      Io l’ho trovata.
 MADAMA
 E chi è mai? E chi è mai? Sarà sicuro
 giovine, com’è lei, graziosa e bella.
 PARPAGNACO
 Lo volete saper? Voi siete quella.
 MADAMA
 Io? Da vero? Lo credo? Oh me felice!
70Oh che sorte! Oh che grazia! Oh che contento!
 Quas’impazzir dall’allegria mi sento.
 (Se mi credi, minchion, la sbagli affé.
 Voglio la borsa tua, non voglio te).
 PARPAGNACO
 Questa vostra allegrezza
75m’empie il cor di dolcezza;
 sudo, smanio e deliro;
 rido per il contento e poi sospiro.
 MADAMA
 Io ingannarvi, signor? Mi meraviglio,
 in casa mia non vien nessun al mondo;
80io non sono di quelle... Eh faccia grazia,
 dove ha comprato mai quel bel diamante,
 spiritoso e brillante?
 Certamente è un incanto.
 PARPAGNACO
 Le piace?
 MADAMA
                     Signorsì, mi piace tanto.
 PARPAGNACO
85Padrona.
 MADAMA
                    Meraviglio.
 PARPAGNACO
                                           Eh via.
 MADAMA
                                                           No certo.
 PARPAGNACO
 Mi fa torto.
 MADAMA
                        Ma poi... Non vuo’, non vuo’.
 PARPAGNACO
 Eh lo prenda...
 MADAMA
                              Via via, lo prenderò...
 PARPAGNACO
 Dunque mia cara sposa... (Viene il servo)
 MADAMA
                                                  Con licenza,
 il barone Macacco
90mi viene a visitar? Non so che dire,
 farlo indietro tornar non è creanza,
 venga pur, ch’io l’attendo in questa stanza. (Parte il servo)
 Oh gioia mia diletta,
 son imbrogliata assai. Vien mio fratello,
95uomo senza cervello e assai manesco,
 se vi vede con me voi state fresco.
 PARPAGNACO
 Dunque, che deggio far?
 MADAMA
                                               Io vi consiglio,
 per fuggir il periglio,
 nascondervi colà.
 PARPAGNACO
                                  Poi, se mi trova?
 MADAMA
100Lasciate far a me.
 Difendervi prometto. (Si ritira)
 PARPAGNACO
 Che mi renda contento io già m’aspetto.
 
    Chi dice che le femine
 non sien miglior del zucchero
105è un uomo che non merita
 fra li uomini di star.
 
    È ver che son bisbetiche,
 è ver che sono instabili,
 è ver che son variabili
110ma sono sempre amabili
 ed io le voglio amar.
 
    Per me care donne
 parlando delle belle
 infin per voi la pelle
115mi lascerei levar. (Parte)
 
 Madama VEZZOSA, poi barone MACCACO
 
 MADAMA
 Vi vuol un po’ d’ingegno
 a far l’amor con questo e con quell’altro.
 E vi vuol pronto labro ed occhio scaltro.
 MACCACO
 
    Io son caro e sono bello
120che son fatto col penello
 e fo le donne innamorar.
 
 Ma... ma... ma... ma... ma... ma... ma... madama
 vi chie... chiedo perdono.
 MADAMA
 Del barone Macacco io serva sono.
 MACCACO
125Cosa fa... fa... fa... fa... fate?
 MADAMA
 Io sto be... be... be... bene.
 MACCACO
 Non mi co... co... co... co... corbellate.
 MADAMA
 Pensi lei, signorsì,
 parl’anch’io qualche volta co... così.
 MACCACO
130Io son inna... na... na... na... na... namorato
 di voi mia be... bella,
 viver non po... po... posso
 senza chia... chia... chia... chia... chiamar aita
 da voi che che che siete la mia vita.
 MADAMA
135(Che ti venga la rabbia.
 Oh che bella figura!
 Questo può dirsi un mostro di natura).
 MACCACO
 Le raga... ga... ga... ga... ga... gazze
 mi co... co... corron dietro.
140Vorrian ch’io fo... fo... fo... fo... follemente
 le amassi ma non fa... fa... fa... fanno niente.
 MADAMA
 Caro signor Macacco,
 quand’ella fosse sposo,
 sarebbe poi geloso?
 MACCACO
                                       Pe... pensate.
145Vorrei che la mia sposa
 fosse co... co... co... co... corteggiata
 e spiritosa chia... chia... chia... chiamata.
 MADAMA
 Non vi saria pericolo
 che gli facesse torto,
150poiché più bel di lei
 che si trovi nel mondo io non saprei.
 MACCACO
 Io sono ben fatto,
 son be... be... be... be... bello in conclusione
 e non sono un co... co... co... co... cornachione.
 MADAMA
155(Che faccia di ca... ca... ca... ca... castrone). (Viene il servo)
 Mi permette? (A Maccaco)
 MACCACO
                              Sì sì, signora sì.
 MADAMA
 Oh questa è bella affé.
 Se quest’altro sen vien, saranno tre.
 (Sì sì, veng’ancor lui,
160soggezion non mi prendo di costui). (Parte il servo)
 Giacché non è geloso,
 caro signor carone,
 con buona permissione,
 un altro cavalier vuol visitarmi,
165onde la prego in libertà lasciarmi.
 MACCACO
 Fa... fa... fa... fa...fate pure;
 so anch’i... ch’io la usanza,
 mi mi mi ritiro in questa stanza. (Entra in un’altra camera)
 MADAMA
 Questo sarebbe il caso,
170per una cui piacesse
 di vivere al gran mondo.
 Ha la vita piegata e il capo tondo. (Viene Bellavita)
 IL CONTE
 Al volto porporino
 di madama graziosa umil m’inchino.
 MADAMA
175Io dalle grazie sue resto stordita
 e riverisco il conte Bellavita.
 IL CONTE
 Permetta anzi conceda
 che prostato si veda
 il prototipo ver de’ rispettosi,
180l’infimo de’ suoi servi generosi.
 MADAMA
 Signor, lei mi confonde,
 vorrei dir ma non so.
 Per andar alla breve io tacerò.
 IL CONTE
 Quel silenzio loquace
185quanto, quanto mi piace. Ella tacendo
 col muto favellar va rispondendo
 ed io, che tutto intendo,
 il genio suo comprendo.
 Ella vuol favorirmi ed io m’arrendo
190ed accetto le grazie e grazie rendo.
 MADAMA
 Non ne dica di più, lo so, lo credo,
 lo capisco, lo vedo,
 lei è tutto ben fatto,
 lei è tutto gentil, lei è un bel matto.
 
195   Ah non è ver che in seno
 amor germogli amore,
 saria felice appieno
 la fiamma del mio cor.
 
    L’amante mio si gella
200quant’egli a me più crede.
 Colpa è oggidì la fede,
 annoia il suo candor.
 
 IL CONTE
 Senta signora mia, per dire il vero,
 io sono un cavaliero
205ameno e disinvolto;
 se lei mi osserva in volto,
 un certo non so che vi vedrà
 che s’accosta di molto alla beltà.
 Circa la grazia poi, non fo per dire,
210osservi la presenza,
 col piè sempre in cadenza,
 nelle braccia grazioso, (Si va troneggiando)
 nel gestir manieroso.
 Si può dire che io sia cosa compita.
215E poi che serve? Il conte Bellavita.
 MADAMA
 Già si sa, già si vede,
 la sua vita è ben fatta, è cosa rara,
 vezzi e grazie da lei ciascuno impara.
 Ella con favorirmi mi fa onore.
220Cerimonie non fo, son di buon core.
 IL CONTE
 Viva viva il buon core.
 Anch’io l’affettazione
 odio nelle persone.
 Parlar mi piace naturale affatto,
225perciò dal seno estratto
 il più divoto e caldo sentimento,
 trabbocca dalle labra il mio contento.
 
    Vezzosa amabile
 je bramo l’honeur
230de vous servir.
 Ma l’alma mia
 di gelosia
 fate morir.
 Io già m’avveggo
235che pena e langue.
 Che gran plaisire.
 
    Beltà sciarmante
 di voi sono amante,
 volto ben fatto
240per voi vengo matto,
 pietà vi chiedo
 de’ miei sospir.
 
 MADAMA
 Non si stia a faticare.
 Sempre meno dirà di quel che appare.
245Ma se tanto è grazioso,
 sarà anco generoso.
 IL CONTE
                                      E cosa importa?
 Dov’è grazia e beltà,
 non si ricerca generosità.
 MADAMA
 Signor, lei mi perdoni, in questo sbaglia.
250Un amante, ancorché bello e grazioso,
 quando si mostra avaro,
 alla donna non puol esser mai caro.
 IL CONTE
 Dunque con i miei vezzi
 io non posso da voi sperar affetto?
 MADAMA
255Per me vi parlo schietto,
 se mi volete innamorar da buono,
 fate che della borsa io senta il suono.
 IL CONTE
 Sarà dunque un amor interessato.
 MADAMA
 Sarà l’amor che dalle donne è usato.
 IL CONTE
260Parmi di sentir gente.
 MADAMA
                                           Ah dite piano,
 poiché tengo un germano
 ch’è più tosto cervello stravagante;
 se ci sente vorrà far l’arrogante.
 IL CONTE
 Tiriamoci più in qua. Torniamo un poco
265al discorso di prima.
 Per esempio, volendo
 darvi un segno d’amor, quest’orologgio,
 dite, saria opportuno?
 MADAMA
 Ah sì, ne ho perso uno
270simile appunto a quello.
 IL CONTE
 Guardate con che grazia io vel presento.
 MADAMA
 Oh che grazia gentil! Siete un portento.
 IL CONTE
 Mi vorrete poi bene?
 MADAMA
                                         Uh tanto, tanto.
 IL CONTE
 Vi piace il volto mio?
 MADAMA
                                         Siete un incanto.
 IL CONTE
 
275   Vezzosa, gradita,
 mio dolce tesoro!
 
 MADAMA
 
 Per voi, Bellavita,
 io smanio, io moro.
 
 A DUE
 
 Che dolce contento
280ch’io provo, ch’io sento!
 Che brio! Che beltà!
 
 IL CONTE
 
    Ohimè sento gente.
 
 MADAMA
 
 No no non è niente;
 sarà mio fratello.
 
 IL CONTE
 
285Ha poco cervello.
 Tremar ci farà.
 
 MADAMA
 
    Non tema di nulla;
 stia fermo, stia qua.
 
 PARPAGNACO
 
    Padron riverito.
 
 IL CONTE
 
290Son servo obbligato.
 
 PARPAGNACO
 
    È tutto compito. (A madama)
 
 IL CONTE
 
 È assai ben creato. (A madama)
 
 MADAMA
 
 Sorella gli sono;
 spiacermi non sa.
 
 PARPAGNACO, IL CONTE
 
295   (Fratello più buono
 di lui non si dà).
 
 MADAMA
 
    Per sino ch’ei parte,
 celatevi là. (Piano a Parpagnaco)
 
 PARPAGNACO
 
 È troppa bontà.
 
 MADAMA
 
300   Andate in disparte, (Piano al conte)
 che poi partirà.
 
 IL CONTE
 
 È troppa bontà.
 
 PARPAGNACO, IL CONTE
 
    Gli son servitore.
 Commandi, signore
305ma con libertà.
 
 MADAMA
 
    Oh questa sì ch’è bella,
 m’hanno creduto affé.
 
 MACCACO
 
    Non c’è più nessuno,
 to... to... to... tocca a me.
 
 MADAMA
 
310   E questo bel Macacco
 da me cosa vorrà?
 
 MACCACO
 
    Mia ca... ca... ca... ca... cara.
 
 MADAMA
 
 Mio be... be... be... be... bello.
 
 A DUE
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACO, IL CONTE
 
315   Un altro suo fratello
 codesto ancor sarà?
 
 MADAMA
 
    Or sono nell’imbroglio,
 non so cosa sarà.
 
 MACCACO
 
 Son qua qua qua qua qua.
 
 PARPAGNACO, IL CONTE
 
320   Eh ben quanti fratelli
 avete, mia signora?
 
 MADAMA
 
 Patroni cari e belli,
 io non glielo so dir.
 
 PARPAGNACO
 
    Voi siete menzogniera.
 
 IL CONTE
 
325Voi siete lusinghiera.
 
 A DUE
 
 Scoperta siete già.
 
 MADAMA
 
    Andate che vi mando.
 Andate via di qua.
 
 MACCACO
 
 Co... cosa mai sarà.
 
 A QUATTRO
 
330   Che razza maledetta,
 che rabbia che mi fa.
 
 Fine della prima parte